I vini italiani più famosi nel mondo

Negli ultimi anni la produzione del vino è diventata sempre più internazionale, sugli scaffali di un’enoteca puoi trovare sauvignon neozelandesi, malbec argentini e chardonnay sudafricani o californiani.

Eppure, quando si tratta di vino, l’Italia rimane il punto di riferimento a livello mondiale, grazie a una tradizione millenaria e a terreni fertili.

Leggi la guida, sfodera il sommelier che è in te e preparati a un tour tra le cantine d’Italia , per un’immersione full-time tra calici e sapori.

Chianti classico

Partiamo subito dal rosso per antonomasia. Il Chianti ha origini antiche: furono gli Etruschi i primi coltivatori di vite nella zona,e i Romani ne ereditarono la tradizione.
Dopo il crollo dell’Impero furono i monaci a salvare la tradizione vinicola del territorio dalle invasioni barbariche. L’anno della svolta è il 1384, quando viene redatto dalla Lega del Chianti il primo statuto che regola la coltivazione e produzione del vino a base di uva Sangiovese: il Chianti classico.
Oggi, il Chianti è presente in tutto il mondo insieme al gallo nero che ne è il simbolo.

Brunello di Montalcino

Rimaniamo in Toscana e continuiamo con lo stesso tipo di uvaggio: il Sangiovese. Originariamente si pensava che il Brunello fosse un vitigno a tutti gli effetti, ma nel 1879 una commissione fu in grado di stabilire che si trattava anche in questo caso di Sangiovese.
Impossibile non farsi sedurre dal rosso rubino di questo vino e dal suo profumo di ciliegie.
Oggi, grazie alle notevoli capacità di invecchiamento di questo Sangiovese in purezza, le bottiglie di Brunello annata 1990 fanno furore nelle aste di vino di tutto il mondo.

Barolo

Sei nelle Langhe, il cuore della produzione vinicola piemontese. A differenza dei primi due vini, il Barolo ha una storia più recente.
L’uva con cui si produce questo vino è quella tipica in tutta la zona: il Nebbiolo. Tuttavia, il Barolo deve la sua fama a una lavorazione molto particolare, che lo differenzia rispetto a tutti gli altri vini a base di Nebbiolo.
Grazie a un metodo innovativo (il metodo Gervais), il Barolo divenne il vino simbolo di casa Savoia, e come tale fu offerto in dono alle corti di tutta Europa, diventando una delle prime eccellenze enogastronomiche del Belpaese.

Bolgheri Sassicaia

Il Sassicaia nasce da una sfida e da una passione, quella del marchese Mario Incisa della Rocchetta: innestare un vitigno bordolese in Toscana: il Cabernet Sauvignon.
L’idea del marchese nacque dopo aver assaggiato un rosso presso la tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino Pisano. Notò che il vino era molto simile ai Bordeaux. Da quel momento si mise all’opera per dare vita a uno dei vini italiani più apprezzati al Mondo.
Nel 1978 Hugh Johnson, star del winetasting, inserì il Sassicaia in un assaggio alla cieca organizzato a Londra dalla prestigiosa rivista Decanter. Il vino toscano surclassò vini francesi ben più prestigiosi.

Moscato

Il Moscato arrivò in Italia meridionale con i coloni greci, per poi essere adottato dai Romani.
Ma la storia di questo vitigno si spinge ancora più indietro negli anni. Il suo nome sembrerebbe derivare dal sanscrito muskà, poi evolutosi nel persiano musk, cioé “odoroso”, “fragrante”.
Pur essendo un vitigno meno nobile rispetto ai quattro menzionati sopra, il Moscato è apprezzato in tutto il mondo per le sue note aromatiche e soavi.

Greco di Tufo

Un altro vino arrivato dalle nostre parte grazie ai coloni greci.
Questo bianco offre al palato tutta la forza minerale delle montagne su cui cresce, secondo Plinio il Vecchio era un vino talmente buono da esser versato una sola volta durante i banchetti.

Barbaresco

Torniamo nelle Langhe, il cuore vinicolo del Piemonte. Se il Barolo è un vino aristocratico, il Barbaresco potrebbe invece essere definito come un vino “accademico”.
Ma per parlare di un vino “canonico” da queste parti occorre aspettare il 1894, anno della fondazione della cantina sociale di Barbaresco. Grazie al lavoro di Domino Gavazza, direttore della Regia Scuola Enologica di Alba, questo Nebbiolo inizia a diffondersi in tutta Italia.
Durante la guerra ci fu una battuta d’arresto nella produzione. Negli ultimi anni però il vino è definitivamente uscito dall’ombra del più celebre Barolo e si è costruito un’ottima reputazione in tutto il mondo.

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Scopri l’anno di nascita della dicitura Chianti Classico. Ami i rossi piemontesi? Allora leggi la guida per diventare un’autorità del nebbiolo!
Non preoccuparti, abbiamo incluso anche bianco e vino da dessert, vogliamo prepararti al meglio per un bel tour dei vini!

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